Riporto interamente un post di Marco Furfaro, trovate l’originale qui. Non ho niente da aggiungere, se non è che è perfetto e condivido ogni parola.

Il raptus non esiste. Il delitto passionale non esiste. Il dramma della gelosia non esiste. Sono solo sbadigli giornalistici in malafede o truffe semantiche per spuntare qualcosa a livello legale. Perché non è un caso che il raptus capiti sempre a un uomo, non è un caso che capiti sempre nei confronti di una donna o di un soggetto più debole. Non è un caso che il “raptus” a questi maschietti non gli prenda mai quando incontrano un delinquente grande e grosso.
La verità è che quel gesto è figlio di contesti malati di una società malata, maschilista, paternalista, in cui è sempre l’uomo ad uccidere, a violentare, a vessare la donna, considerata nel profondo un orpello, un accessorio del maschio. Allora, invece di fare il Truman show su ciò che è successo, interroghiamoci su questo per evitare che accada di nuovo.
Perché ti possono pure tagliare il pisello come chiede Salvini, ma se non cambiamo la cultura, il contesto, i modi e i luoghi in cui viviamo, l’humus in cui ti cresce una testa malata, saremo punto e a capo. Come capita ogni giorno nel chiuso delle case, con il prossimo maschio che si sente in diritto di prendere una donna e farne ciò che vuole.
Se non cambiamo, la libertà della donna ci passerà sempre accanto come una chimera da invocare per lavarci la coscienza, anziché come un impegno quotidiano da praticare a partire da noi.


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